100 anni fa nasceva Salvador Dalì

 

La Spagna celebra oggi i 100 anni dalla nascita di Salvador Dalí. Oltre 300 gli eventi in programma per celebrare l’opera poliedrica dell’artista nato nell’ambito delle avanguardie artistiche del primo Novecento e approdato ad una visione del mondo inedita, in dialogo con Freud e la scoperta dell’inconscio. Il servizio è di Paolo Ondarza:

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E’ la Catalogna l’ambito geografico che vede nascere la vocazione artistica di Salvator Dalí. Partendo da un’iniziale formazione classica Dalí scopre con un entusiasmo i nuovi codici espressivi di fauvismo, surrealismo e delle avanguardie artistiche. Aderisce al movimento surrealista e in collaborazione con Luis Buñuel si sperimenta il linguaggio cinematografico. Il grande amore per Gala, che conosce nel 29 e a cui si unirà in matrimonio, sarà motivo di ispirazione nell’arco di tutta la longeva attività artistica. La rivalutazione della componente irrazionale della creatività umana e la libertà espressiva dell’inconscio costituiscono i caratteri che forse rendono Dalí tanto attuale ai nostri giorni. E’ di questo parere Paolo Iacchetti, docente di Psicologia dell’arte all’università cattolica di Brescia:

R.– Salvador Dalí realizza una pittura eminentemente letteraria, cioè che in qualche modo si può raccontare. All’interno di questa letterarietà porta avanti il messaggio più importante del Novecento: il momento di verità dell’individuo nell’incontro con il mondo. Non esiste una verità assoluta, esiste un momento di verità per ciascuno in un dato momento, legato all’esperienza, al tempo, quindi al tempo della vita.

D. – Quanto riesce a comunicare un’arte così relativista, soggettiva?

R. – Io direi che non è un’arte soggettiva. Il Novecento ci consegna un mondo che è per tutti soggettivo, e in questo Dalí ci porta con il metodo, appunto, in cui le associazioni di quello che noi percepiamo del mondo reale ci danno la chiave per poter riflettere su noi stessi, sul nostro rapporto con il mondo, per ritrovare poi i valori generali.

In Dalí non esiste limite o misura: la sua sbrigliata fantasia, unita ad un notevole virtuosismo tecnico, ne fecero il più intenso ed eccessivo dei surrealisti, al punto che nel 1934 fu espulso dal gruppo dallo stesso fondatore, Andrè Breton. Celebre per i suoi orologi morbidi, per le rappresentazioni oniriche in rotta con l’arte convenzionale, Dalí sperimentò il suo talento nei più diversi canali espressivi che la sua epoca gli offriva.

Ricordiamo la collaborazione cinematografica con Alfred Hitchcock e quella rimasta solo un progetto con Walt Disney. Folgorato dall’incontro con Picasso, ammise la superiorità del pittore cubista commentando però che “il mondo era troppo piccolo per contenerli entrambi”.

Dalí fu ricevuto due volte in udienza dal Papa, prima da Pio XII e poi da Giovanni XXIII. Volle inoltre consacrare il proprio amore a Gala con una cerimonia cattolica a dimostrazione del suo interesse nei confronti della religione e del misticismo chiaramente tangibile nelle pitture e negli scritti in particolare degli anni Cinquanta: si pensi, ad esempio, al “manifesto mistico”. Personalità eccentrica manifestò interesse per la scienza, la storia, gli effetti ottici e visivi indagati dapprima con calligrafica attenzione poi, in vecchiaia, semplificati in tecnica e forme. Dopo la morte, sopraggiunta nel 1989, il mondo dell’arte ha continuato a tributargli omaggio e a sviluppare le sue geniali intuizioni.

Biagio Biagetti: Arte Sacra e Restauro nel primo Novecento

Pittore, restauratore, critico d'arte. Biagio Biagetti è stato un indiscusso protagonista dell'arte cristiana della prima metà del Novecento. Allievo di Ludovico Seitz, ultimo dei Nazareni, ha elaborato nell'ambito della pittura sacra un linguaggio fortemente innovativo, ma fedele alla tradizione. Decisivo il suo contributo all'interno del dibattito sull'arte sacra nel primo Novecento.

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