Paolo Ondarza

Giotto. I 700 anni della Cappella degli Scrovegni

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@Paolo Ondarza, Radio Vaticana

1305-2005. La Cappella degli Scrovegni compie 700 anni. Varie le iniziative a Padova per celebrare il capolavoro di Giotto nella città veneta: conferenze, rassegne musicali e drammaturgiche e proposte editoriali. Il servizio è di Paolo Ondarza.

 

700 fa, agli inizi del Trecento, veniva consacrata la chiesa padovana di Santa Maria della Carità all’Arena, più nota come Cappella degli Scrovegni. Una superficie di 700 mq interamente affrescata con le storie della Vergine e di Cristo. La narrazione si svolge in una sequenza di 34 scene, disposte su tre registri, coinvolgendo visivamente ed emotivamente il visitatore. Si tratta di una pagina fondamentale della storia dell’arte europea, rappresentativa della svolta pittorica dell’era moderna, sul finire dell’epoca medioevale. Davide Banzato, direttore dei Musei Civici di Padova:

R.– A 700 anni di distanza possiamo dire che il monumento è in uno stato abbastanza buono. Probabilmente il ciclo degli affreschi di Giotto è quello conservato meglio. I lavori di restauro si sono conclusi nel 2002. Le principali cause di degrado sono state eliminate o vengono tenute sotto controllo.

D. – Qual è il valore artistico della Cappella degli Scrovegni?

R.– La Cappella degli Scrovegni è uno dei massimi raggiungimenti artistici dell’arte occidentale. E’ il documento più importante della maturità di Giotto. Giotto era già stato a Roma per il Giubileo, aveva già dipinto ad Assisi e qui opera una straordinaria sintesi tra mentalità medievale, senso della prospettiva, stimoli tratti dalla classicità che vengono reinterpretati nella chiave di un artista che aderisce alla corrente gotica. Possiamo dire che l’idea della decorazione parietale nasce proprio con la Cappella degli Scrovegni, secondo il senso che avrà fino a tutto il ‘700, cioè una parete ordinata, nella quale si susseguono delle scene, degli episodi, ordinati secondo una precisa architettura.

Gli affreschi giotteschi sono anche una finestra aperta sulla vita quotidiana nel primo Trecento. Ambienti, oggetti e abiti fedelmente riprodotti da Giotto, che, attraverso i colori brillanti della sua tavolozza, rivela anche fede, paure e visioni dell’uomo all’alba del XIV secolo.

 

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