©Paolo Ondarza Radio Vaticana
E’ deceduto questa mattina un grande uomo di Dio: padre Werenfried Van Straaten. Aveva appena compiuto 90 anni, il 17 gennaio scorso. C’è chi lo ha definito, “il più grande mendicante del XX secolo”. Era noto con l’appellativo di “Padre Lardo” perché nell’immediato dopoguerra raccolse quintali di lardo dalle massaie fiamminghe per soccorrere i profughi tedeschi. Da quest’azione nacque, nel dicembre 1947 “Aiuto alla Chiesa che soffre”, una “multinazionale della carità” per aiutare la Chiesa cattolica dovunque soffrisse per mancanza di mezzi sotto le persecuzioni comuniste dell’Est Europeo o a causa della miseria nel terzo mondo. Ascoltiamo la voce di padre Lardo, registrata pochi giorni fa, in occasione del suo 90.mo compleanno, intervistato da Paolo Ondarza.
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Dalla mia ormai lunga vita potrei dirvi di aver constatato quanto è vero il Vangelo. Il Signore non mi ha mai piantato in asso, perché mi ha sempre aiutato, mi ha dato sempre quello che gli chiedevo per la Chiesa che soffre. Ecco da dove viene la mia sconfinata fiducia in lui.
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Ed ecco come lo ricorda Attilio Tamburrini, Presidente di Aiuto alla Chiesa che soffre Italia, ancora al microfono di Paolo Ondarza.
R. – Il santo Padre, Giovanni Paolo II, in occasione dell’80.mo compleanno di Padre Lardo, disse: “Infine mi rivolgo al caro padre Werenfried per esprimergli la mia più profonda gratitudine. Chi potrà valutare tutta la generosità suscitata in Occidente, ed anche oltre, per i cristiani che soffrono? Tutto questo, noi lo sappiamo, è scritto nel libro della vita. Il Signore stesso è la ricompensa dei suoi discepoli”. Credo che questa frase sintetizzi bene la vita di quest’uomo.
D. – Dopo la caduta del totalitarismo nell’est dell’Europa padre Werenfried si è occupato anche di un’altra dimensione, cioè l’impegno ecumenico per la riconciliazione tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa …
R. – Padre Werenfried quando inizia la primissima attività di soccorso ai profughi tedeschi, comincia a raccogliere offerte in alcuni Paesi vicini alla sua abbazia, l’abbazia di Tongerlo in Belgio; Paesi che avevano particolarmente sofferto a causa dell’occupazione tedesca. Quindi, lo scopo fondamentale era, oltre quello dell’aiuto ovviamente, che l’aiuto giungesse da qualcuno che era stato capace di perdonare. Allora si trattò di riconciliare i popoli europei dopo la guerra civile europea. Oggi, soprattutto in Russia, il tentativo consiste nella riconciliazione tra i cattolici e gli ortodossi.
D.– Se si dovesse sintetizzare, qual è il significato della vita di padre Werenfried?
R. – E’ un personaggio che è venuto fuori in un momento storico particolarissimo, la fine della II Guerra Mondiale. Nel corso di questo secolo drammatico, che è stato il ‘900, padre Werenfried ha tenuta viva quella fiamma di collegamento tra la Chiesa, che non subiva persecuzione, e la Chiesa sofferente e perseguitata. Ci ha ricordato quella frase di Gesù: “I poveri li avete sempre con voi”. Un tipo particolare di povero, in questo caso, perché privo della libertà, della possibilità di manifestare la propria fede.